“Ho paura. Ho paura per me, per la mia famiglia e per il mio avvocato e compagno che di soprusi ed intimidazioni ne ha già subite abbastanza”. Ilaria Cucchi affida a Facebook il suo stato danimo, A pochi giorni dallachiusura dell’inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi, a seguito della quale la Procura di Roma ha contestato il reato di omicidio preterintenzionale ai tre carabinieri che arrestarono il geometra romano. La sorella di Stefano esprime preoccupazione per ilcrescente clima di odio creatosi intorno a lei e ai suoi familiari. Nello specifico, ciò che la turba è “la chiamata alle armi” del maresciallo Roberto Mandolini, comandante della stazione Appia (al quale è stata contestata laccusa di falso e calunnia): “Ho visto i post del signor Mandolini con i quali chiama a raccolta i colleghi e l’Arma dei Carabinieri tutta contro coloro che strumentalizzano, la infangano ’per illeciti guadagni’. Una chiamata alle armi che trasuda tracotanza, ostentazione della sicurezza di poter contare sullo spirito di corpo come lo intende il sig. Mandolini. Ostentazione della certezza che io ed i miei familiari, ma, soprattuttola vita di Stefano Cucchi non vale nulla di fronte al potere della divisae delle sue mostrine che il sig. Mandolini non manca mai di esibire. Io nutro profondo rispetto per l’Arma dei Carabinieri scrive ancora Ilaria – e non posso e non voglio dimenticare quel che fa per tutti noi ogni giorno, ma non sono ipocrita. Ho paura.Ho paura per me, per la mia famiglia e per il mio avvocato e compagnoche di soprusi ed intimidazioni ne ha già subite abbastanza. Il sig. Mandolini aggiunge ancora la donna – sta tentando ditrasformare un giusto processo che lo vede protagonista in una guerra contro l’Arma. Vedo che ha alleati. Non sarà mai così. Sarà cosi solo se le Istituzioni ci lasceranno soli. Ma allora, io alzerò bandiera bianca. Sarà terribile per quel che provo per Stefano ma lo farò. Sono certa che mi capirà”.
M.